(Questo testo è un estratto del look book della Festa di Cinema del Reale di Specchia, scritto per Big Sur, Lecce)
La Cittadella di Cinema del reale
Chi presume di raggiungere una sede, il luogo di un appuntamento stretto nel confine di un numero civico, un “contenitore”, resterà spaesato all’ingresso nel borgo. “Dov’è la Festa?” chiederà il viaggiatore inesperto. “La Festa è qui” si sentirà rispondere.
Per quattro giorni l’anno, nei giorni della Festa di Cinema del reale, Specchia cessa d’essere un paese del Capo di Leuca, muta il proprio nome e la propria identità.
Nel fecondo magma di appuntamenti culturali di cui il Salento trabocca, ciò che accade a Specchia trova la propria irripetibile peculiarità nella sua disseminazione. Cinema del reale non è semplicemente una rassegna di cinema documentario, non “sta” in un solo luogo, non si contiene, ma invade ogni angolo del paese, invita chi vi abita e chi vi arriva a partecipare al gioco.
C’è un’immagine, concepita per l’edizione 2015, che racchiude perfettamente il senso di questa dimensione. È una Specchia che si specchia su una superficie azzurra, un paese a testa in giù. Un mondo rovesciato, forse un mondo volante.
La corte del Castello Risolo nei giorni della Festa dismette le sue vestigia nobiliari per mutarsi in una grande arena popolare, aperta a tutti, gratuita. Il piano nobile del Castello diventa un luogo di sperimentazione per installazioni artistiche, mostre fotografiche, dialoghi. Il tempo fermo del terrazzo torna ad essere scandito, ogni sera, dai beat dei dj set.
La soglia del tramonto cambia pelle anche a piazza Sant’Oronzo, e le panchine su cui scorrono le conversazioni degli anziani diventano quelle di un altro cinema all’aperto, con lo “Schermo pazzo” che si accende su una parete bianca. Nel Convento dei Francescani Neri l’altare maggiore è una quinta barocca oltre la quale si diffonde musica profana, lo spazio della navata è ricalcolato da un passo di danza e irraggiato da paratie rubate a una sagra o da luci al neon.
Di luogo in luogo, senza soluzione di continuità, si costruisce il “villaggio”, una residenza diffusa per autori, produttori, artisti, studenti di scuole di cinema, cinefili, curiosi, turisti.
Per quattro giorni l’anno, il borgo di Specchia diventa la Cittadella di cinema del reale. Non una sommatoria di eventi, ma un unicum da attraversare e in cui perdersi. Un mondo parallelo che riprogramma mappe e calendari.