Contro il male del pregiudizio “Leggere attentamente il foglietto illustrativo”

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia il 26 gennaio 2022)

Chi si ferma alla copertina potrebbe essere tratto in inganno dal titolo e dalla grande pillola bicolor proprio al centro della pagina, che rendono il libro simile a quei raccoglitori con le schede di terapia che non mancano mai nelle case di cura. Ma “Leggere attentamente il foglietto illustrativo” è, letteralmente, un invito all’attenzione, una sfida a superare gli stereotipi e a unirsi a una straordinaria avventura. Dentro le pagine del libro d’arte a cura di Giorgio Di Palma vive infatti un piccolo mondo speciale, quello della Casa per la vita Artemide di Racale, in provincia di Lecce. Una struttura residenziale per pazienti psichiatrici che sin dalla fondazione si è contraddistinta per i suoi progetti che uniscono creatività, relazione e lotta allo stigma sotto la guida di Walter Spennato, coordinatore della Casa con un background di sociologo e scrittore.

Dal 2017 hanno varcato le soglie di Artemide musicisti, cantanti, pittori, scultori, illustratori, scrittori, coinvolti in incontri e laboratori dedicati ai diciotto ospiti del centro, ma aperti anche ai non addetti ai lavori, nell’obiettivo duplice di creare percorsi che supportino i pazienti nella ricerca delle proprie risorse interiori e al contempo occasioni di incontro e conoscenza trasversali, superando il confine invisibile tra dentro e fuori che ancora ingabbia i mondi della cura psichiatrica nonostante le porte di queste strutture siano aperte da un pezzo.

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House concert, la nuova frontiera del Salento che suona e canta

(Questo reportage è stato pubblicato con altri titoli su Nuovo Quotidiano di Puglia, aprile 2017)

Il palco è il salotto di casa, il nuovo trend dell’house concert

La formula, nata negli Stati Uniti e diffusa in Italia già da qualche anno, nel Salento si iscrive nella lunga storia di concertini casalinghi di pizzica pizzica

Dici Salento, senti risuonare uno sterminato tappeto di note che si fanno eco l’un l’altra dal concertone della Notte della Taranta al più piccolo palco della sagra di paese. D’inverno le rassegne negli spazi culturali di moltiplicano accanto a jam session e performance in duo o trio che segnano il calendario dei pub disseminati nel Tacco, d’estate si apre la stagione delle piazze che fa ormai tutt’uno col “brand” del territorio. Ma la nuova frontiera del Salento che suona e canta è, da qualche anno, lo spazio ridotto, ed esclusivo, del soggiorno di casa. Un passaparola last minute e rigorosamente personale, un ospite pronto a spostare divani e sedie per far posto a un palchetto e a una platea per poche decine di spettatori, un giro più o meno largo di amici e curiosi che a luci e decibel da grande evento preferisce il “tu per tu” con gli artisti. Continua

Buen retiro o business, destinazione Salento

(Questi articoli sono stati pubblicati con altri titoli su Nuovo Quotidiano di Puglia, novembre 2016)

Il mondo nel Salento/1

Import-export e compravendite immobiliari danno lavoro agli occidentali del Nord approdati in Puglia. Ma l’apertuda di un bed and breakfast e l’affitto saltuario della camera degli ospiti sembrano essere l’attività tipica di chi arriva qui mollando tutto, con la prospettiva di una vita “slow”

In piazza Salandra, a Nardò, tavolini a raggiera intorno alla grande fontana centrale, all’ora dell’aperitivo è un fioccare di “hi!” e “how are you?”. Inglesi e qualche amico d’Oltreoceano arrivano dalle viuzze d’intorno e prendono posto al rituale lento della convivialità made in Sud, che guai a chi glielo tocca. Nel centro storico di Galatina si ritrovano nei ristoranti, sull’uscio delle botteghe artigiane, fanno combriccola persino davanti ai piccoli market resistenti alla modernità. A Lecce la comunità internazionale si dà appuntamento nei pub, ma è disseminata ovunque. Continua

«Noi, trentenni, donne, con il sogno della ricerca nel Salento»

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, febbraio 2016)

Clover Therapeutics è una startup fondata da tre giovani ricercatrici che hanno messo a punto un sistema innovativo per la cura del tumore alla vescica. Già finalista del concorso BioUpper, ha ottenuto 95mla euro dalla Camera di Commercio di Bari

«Noi, trentenni, donne, con il sogno della ricerca nel Salento»

Per molti è un tramonto hawaiano e una tavola da surf, tanti altri lo tratteggiano su una mappa che abbraccia più continenti, per qualcuno, invece, il paradiso in terra ha luci al neon, provette, microscopi, nel recinto di pochi metri quadri. Per Vita Guarino, Ada Potenza e Valeria Rizzello, le chiavi del paradiso sono quelle del laboratorio in cui, tra una manciata di giorni, inizieranno a lavorare operativamente al brevetto di un sistema che potrebbe cambiare la vita dei malati di tumore alla vescica.

Se hai trent’anni e hai passato tutta la vita tra libri ed esperimenti, fare della ricerca il tuo lavoro è meglio di un sogno tropicale. Se vivi in Italia, poi, al Sud, saltare a piè pari le difficoltà della ricerca accademica e trasformare il bagaglio di conoscenze scientifiche in impresa, è una soddisfazione che ti si legge in faccia. Continua

Il controesodo verso il Salento

(Questi articoli sono stati pubblicati con altri titoli su nuovo quotidiano di Puglia, gennaio 2016)

Direzione Salento. Alessandra Crocco, attrice, dopo tre anni a Milano ha trovato a Lecce il proprio trampolino di lancio

«Qui c’è spazio per il teatro contemporaneo. Una città più viva di altre del Meridione»

La prima stazione a Nord, alla volta di un circuito affermato, poi, di virata, il cambio di direzione verso un Sud profondissimo ma ribollente di nuovo fermento. Quando ha scelto di saltare sul treno del teatro professionale, Alessandra Crocco è salita su una carrozza diretta a Lecce. E vi ha trovato un luogo accogliente per stabilire la propria dimora d’artista. Continua

L’Accademia parla cinese

(Questo reportage è stato pubblicato con un altro titolo su nuovo Quotidiano di Puglia, gennaio 2016)

Anche all’accademia di Belle arti di Lecce arrivano gli studenti provenienti dalla Cina. In un anno il numero di matricole è raddoppiato, mentre i salentini diminuiscono. Il direttore Delli Santi: «Per noi risorsa anche economica»

L’Accademia parla cinese

Per il primo è stata quasi un’impresa donchisciottesca, gli altri sono stati incuriositi dal passaparola, infine la sigla formale di due convenzioni ha fatto il resto. E così oggi un piccolo popolo di studenti cinesi affolla corridoi e laboratori dell’Accademia di Belle arti di Lecce. Quasi settanta ragazzi, fiore all’occhiello di un’Istituzione che punta fortemente a internazionalizzarsi, ma che rappresentano, allo stesso tempo, un’ancora di salvezza nel pieno di un’emorragia di iscritti salentini. Continua

Lecce, cronache da coworking

(Questo reportage è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, dicembre 2015)

Tariffe orarie e chiacchiera, progetti di autofinanziamento e babysitting autogestito, strumenti in comune, sinergie

Lecce, cronache da coworking

Da un lato ci sono professionisti e imprese con ampi uffici a disposizione e un budget sempre più limitato da investire in affitto e manutenzione. Dall’altro c’è un popolo in crescita di freelance, liberi professionisti “fuori porta” e altre figure “nomadi”. Poi c’è un terzo elemento, il desiderio di superare le distanze di un lavoro sempre più parcellizzato e alienante, per mettere in comune, oltre al budget, anche le idee e le esperienze. Si chiama coworking, è una delle pratiche trainanti della sharing economy, nell’ultimo anno ha coinvolto circa 1,5 milioni di occupati, il 5% dei giovani tra i 20 e i 34 anni secondo il rapporto Censis 2015 sulla situazione sociale del Paese. E anche nel Salento, il coworking sta diventando un vero e proprio trend del lavoro 2.0. Continua

Bye bye Salento

(Questo reportage è stato pubblicato con un altro titolo su nuovo Quotidiano di puglia, novembre 2015)

Nel 2014 in 1655 hanno lasciato la provincia di Lecce, 226 in più rispetto all’anno precedente. Primato in Puglia per tasso di emigratorietà. «Oggi quarto tempo dell’emigrazione: mancano le politiche per il lavoro»

Bye bye Salento

Laurea, master e abilitazione, bei titoli da appendere al muro o da affidare alla deriva di migliaia di biglietti da visita. Oppure diploma e attrezzi del mestiere, da impiegare nella troppo angusta attività di famiglia o, a nero, al servizio di datori che si sentono ancora un po’ “padroni”. L’emorragia dei salentini che abbandonano la terra d’origine parte da qui. Una scelta amara per molti, che vanno via dopo essersi visti con le spalle al muro; felice per altri, che a fare il percorso inverso non ci pensano proprio. Con alcune, positive eccezioni, che tengono vivo il sogno di una terra non solo bella da fotografare in vacanza, ma anche “buona”, in cui vale la pena di tornare per trovare una realizzazione. Continua

Dove lo scambio non è solo questione di mercato

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Salento Review, dicembre 2015)

Teli batik, curcuma e curry, l’ora del the e quella della preghiera, la Biblioteca multietnica, una tomba egizia in vetroresina. Il Mercatino delle arti e delle etnie a Lecce. Un luogo in cui l’economia cortocircuita con la cultura, declinata al plurale

Dove lo scambio non è solo questione di mercato

Ad accogliere chi oltrepassa i pilastri d’ingresso, una schiera di statue egizie di una imperturbabile serenità, non si sa se di rigore o di sorriso. Una suggestione che invita a entrare, ma sembra richiamare anche, vagamente, al rispetto della soglia. Un uomo si avvicina con la bonarietà dell’ospite: “Le ho fatte arrivare qua io” annuisce fieramente. Poco più avanti, un gruppetto dibatte sui particolari della festa indiana prossima a venire: “Sta’ zitto tu, staresti bene truccato col kajal” ammonisce la giovane srilankese, punzecchiata dal suo vicino iraniano. Al Mercatino delle arti e delle etnie di viale Aldo Moro a Lecce va sempre così. Continua

Salento international

(Questi articoli sono stati pubblicati con altri titoli su Nuovo Quotidiano di Puglia, gennaio e marzo 2016)

Buen retiro contro la crisi o meta di lusso in masseria. I ricchi preferiscono la privacy dei paesini piuttosto che Otranto e Gallipoli, anche se spesso comprano un pied-à-terre a Lecce. Un sogno comune sono grandi spazi e terra per fare vino e olio. La convenienza del mercato attira disoccupati o pensionati dal Nord Europa

Salento international

Un buen retiro per la pensione o l’inizio di nuove avventure imprenditoriali, un piccolo angolo di paradiso low cost o un paradiso per intero, senza risparmio di spazio e comfort: in ogni caso, gli stranieri trovano nel Salento una provincia sempre più dorata. E se c’è chi arriva per concedersi una vita piacevole evitando la scure della crisi che colpisce anche i Paesi del Nord Europa, c’è anche chi “gioca” a fare il contadino per puro piacere, o ancora chi fa affari avviando attività ricettive.

Un dato è certo: gli stranieri sono una grandissima fetta di chi compra casa nel Salento, e contribuiscono in maniera significativa a tenere in salute il volume del mercato immobiliare. Continua