Sono una giornalista, scrivo per lavoro dal 2009, per me stessa da sempre. Sono innamorata delle storie. Attualmente collaboro con Nuovo Quotidiano di Puglia e con il magazine Salento Review.
Mi occupo di fenomeni sociali e di costume, università e scuola, letteratura, teatro, cinema.
La mia rubrica “I nostri ragazzi nel mondo”, sulla nuova emigrazione giovanile di inizio millennio, è stata raccolta in un libro, Torno quando voglio. Storie di salentini all’estero, oggi (Milella, 2016).
Sono stata caporedattore della rivista di cultura militante GenerAzioni di scritture. Sono stata responsabile, dal 2009 al 2012, del settore “Università e scuola” per il quotidiano salentino Il Paese Nuovo.
Organizzo e presento incontri pubblici ed eventi letterari. Curo l’immagine e i rapporti con la stampa di associazioni e privati.
Semino da sempre domande aperte sulla relazione tra corpo e scrittura. Ho dedicato all’argomento due tesi di laurea, rispettivamente su Patrizia Valduga e Pier Vittorio Tondelli, e contributi in convegni nazionali: Sesso, droga, malattia, impegno: corpo e politica di boccaloni e libertini (XIV Seminario Tondelli, Correggio, Reggio Emilia, dicembre 2014), “Un valore personale e non di riverbero”. Prostituzione come questione di genere nella scrittura di Eva De Vincentiis (“1892-1920: l’Età giolittiana e la Grande guerra. Paesi della Diocesi di Oria”, Istituto per il Risorgimento italiano, Oria, Brindisi, dicembre 2014).
Mi ostino a interrogare il “passato prossimo” e le relazioni d’immaginario del territorio salentino. Ne ho scritto in Oltre il luogo comune. Il nuovo immaginario italiano nel reportage di viaggio di Pier Vittorio Tondelli. Il caso del Salento (XV Seminario Tondelli, dicembre 2015) e, di recente, nel reportage narrativo Trent’anni dopo ragazzi di piazza, pubblicato sul blog letterario “Nazione indiana”, un’inchiesta in sei puntate, con le foto di Daniele Coricciati, sulle tracce di Pier Vittorio Tondelli.
Coltivo una (quasi sempre) sana inquietudine, e amo far parlare per me i versi del Parsifal di Mariangela Gualtieri. «Io non so incastrarmi nei corpi circostanti. / Io non so forse non voglio/ consegnarmi negli uffici del mondo, / e stare buono nelle sale d’aspetto della / vita. Io non so nient’altro / che la vita e molte nuvole intorno che / me la confondono me la confondono e non / so cosa aspetto, cosa sto aspettando in questo / sporgermi al tempo che viene. Io non so / e vorrei, vorrei, non so stare / fuori misura, fuori misura umana, / fuori da questa taglia finita».
© foto di Aurora Mastore