«Venerdì 2 settembre (ore 21 – ingresso 30 euro – prevendite nei circuiti Ticketone, Livenation e Bookingshow) l’Arena Masseria Ospitale sulla Lecce Torre Chianca ospita la prima delle cinque tappe (unica al Sud) del tour italiano del cantante giamaicano Damian Marley, conosciuto in tutto il mondo come “Junior Gong”. L’evento, organizzato da High Grade, Molly Arts e Coolclub, sarà arricchito dal live d’apertura dei Sud Sound System, ambasciatori del reggae italiano che hanno festeggiato 25 anni di storia con un tour in Giamaica (…) Disponibile anche il servizio navetta da Lecce (partenza dal Foro Boario) da Bari e dal resto d’Italia».
Per primi ci abbagliano i fari. Fendono il cielo segnando un “otto-infinito” come spade di una vittoria che c’è stata. Il tempo presente della musica del Pianeta, oggi, batte sulla terra rossa di una masseria alle porte di Lecce. Venerdì 2 settembre, 2016. L’estate di questo Salento non si darà commiato senza prima assicurarsi a una propaggine della Storia.
Una marea sterminata di auto incrostate di Jonio e di Adriatico traccia la strada verso il nostro appuntamento. Impieghiamo venti minuti per raggiungere l’ingresso dell’arena, fino al limite estremo del viaggio consentito. La soglia, dove è il vasto pubblico altro di questo concerto. Quello che non entrerà. Ballerà qui, sulla sterpaglia, tra le piante di cappero e di rosmarino che odorano di campagna, birra e urina.
Tutti i biglietti esauriti. Per un numero imprecisato di ragazzi in vacanza, l’unica festa possibile è fuori, al margine della festa, a lato del palco, negli anfratti lasciati liberi dalla marea di corpi venuti ad occupare questo tempio meridiano del desiderio, dalla provincia, «da Bari e da ogni parte d’Italia».
Salento, sold out, un’altra volta. I fari del palco infuocano il cielo.
Un ragazzo con gli occhiali accenna un sorriso e mette un punto sul suo taccuino.
Lo aveva già scritto nel 1986. L’impressione, dopo qualche notte perennemente scarrozzati tra il Salento e la Grecia, è di una vita on the road consumata in pub, discoteche e bagni notturni fra l’Adriatico e lo Jonio, sotto un grande cielo meridionale sfavillante in ogni sua luce.
In quel territorio di mezzo tra l’inesistenza e il brand, aveva battuto la via del tempo a venire. Altri si sarebbero fermati ancora per anni – dieci, quindici, chissà – nell’indugio di una fissità barocca.
Il ragazzo dell”86 scorse l’innesco maneggiato dai suoi compagni di viaggio. Forse sfuggito di mano a quei Ragazzi di piazza.
Trent’anni più tardi, un treno sta per ripartire dalla stazione di Lecce. Una sospensione irreale circonda i binari all’ora del nostro arrivo. Niente trolley, né sacche, né ciabatte, né souvenir, né i rispettivi portatori. Il set di uno spot pubblicitario in dismissione.
Andati via già tutti, non ancora arrivati. Come inghiottiti da un riverbero di luce abbacinante.
Un riflesso attraversa il volto di Pier al di là di un finestrino chiuso. Il treno si allontana. Le rotaie involvono su se stesse. Le pagine del mio taccuino si fanno bianche.
In ordine di citazione:
Big Time/Coolclub,Venerdì 2 settembre – Damian Marley a Lecce con Sud Sound System, Gappy Ranks e Pakkia Crew (comunicato stampa), 31 agosto 2016
P.V. TONDELLI, Ragazzi di piazza, «L’Espresso», 14 settembre 1986, ora in Opere. Cronache, saggi, conversazioni, a cura di F. PANZERI, Milano, Bompiani, 2001, pp. 251.254.
(Fotografie di Daniele Coricciati)
Narrazioni, Territorio straniero interno