(Questo testo è stato pubblicato sul sito internet dell’Accademia mediterranea dell’attore, accademiama.it, aprile 2016)
Diario della residenza artistica internazionale con il Teatro nazionale macedone di Skopje, Novoli-Lecce, 17-23 marzo 2016. Sulle tracce dell’eroina disperata, un seminario sulla complessità dell’umano
Cercando Medea
Ha perduto le perle dai capelli. Sul viso, solchi profondi segnano il percorso compiuto dal dolore. Ma venature di cretto hanno cicatrizzato le lacrime: ormai gli occhi sono asciutti, e fermi, davanti al proprio tempo futuro. Medea è più che mai dentro, eppure è già altrove dalla propria disperazione. Sono già trascorsi dieci anni nei suoi occhi, una vita intera, più vite, il destino di più generazioni che mai saranno. È solo un attimo, prendere il pugnale. La determinazione della morte è un’energia fulminea e senza peso. Eppure è un tempo gonfio, il suo, immenso, quanto la vita che porta con sé,indietro e in avanti, quanto l’amore dato fino allo sperpero, e che in qualche modo, miserevole, disperato, continua a darsi. Pretendere che sia reso indietro l’amore non è forse anch’esso, ancora, segno d’amore?
Medea non è solo donna dalle energie assolute, è donna dalle energie complesse.
Porci sulle sue tracce è stato un seminario sulla nostra propria complessità di esseri umani. Continua