Il Castello Aragonese di Gallipoli. Un tempo presidio contro le invasioni turche, oggi vi approdano turisti armati di fotocamera e guida Touring

(Questo articoloè stato pubblicato con un altro titolo su nuovo Quotidiano di Puglia, agosto 2016)

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Il Castello Aragonese di Gallipoli. Un tempo presidio contro le invasioni turche, oggi vi approdano turisti armati di fotocamera e guida Touring.

Nei cunicoli delle torri e lungo i camminamenti dell’enorme terrazzo, dove stavano di vedetta, per secoli lo spauracchio dei soldati che presidiavano il Castello di Gallipoli era scorgere una vela turca mescolarsi al profilo del maniero nello specchio azzurro del porto. Molto più di recente, nei decenni in cui nessuno più ha percorso quelle stanze, è stato lo spettro dell’abbandono di un gioiello caduto in rovina a far sobbalzare i cuori dei gallipolini. Dal 2014 il terzo tempo del Castello Aragonese, con un nuovo “esercito”, ma pacifico, che ha sostituito gli antichi soldati.

Se a Baia Verde e a a Punta della Suina – tra le mete più “cool” dell’estate salentina – tra luglio e agosto si consuma l’invasione di massa dei vacanzieri armati di cocktail e creme solari, da quando il castello ha riaperto le porte qui approdano piuttosto turisti con fotocamera e guida Touring al seguito. E, perché no, anche qualche patito della tintarella che posticipa di un paio d’ore l’appuntamento quotidiano con il sole. E c’è anche chi, il sole, va a prenderlo sul terrazzo del castello, da cui si gode la vista mozzafiato della costa jonica. Continua

Il Carlo V di Lecce. Il mistero dell’orso, il fantasma di Gian Giacomo dell’Acaya, le mostre d’arte contemporanea

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, agosto 2016)

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Il Carlo V di Lecce. Il mistero dell’orso, il fantasma di Gian Giacomo dell’Acaya, le mostre d’arte contempoeanea

Una bambina punta lo smartphone verso un Andy Warhol altrettanto “armato” di obiettivo. Marito e moglie in shorts sgranano gli occhi davanti al tripudio fiorito che dà accesso alla Sala del trono. Un ragazzo fissa lo sguardo lungo il pavimento sconnesso dei sotterranei, perso nel dubbio che lì possa essere vissuto davvero un orso, o chissà cos’altro. Castello Carlo V di Lecce, un pomeriggio di metà agosto. Triplicati rispetto al solito afflusso, complice il poco sole che distoglie dal mare, turisti provenienti da ogni dove sembrano viaggiatori del tempo dentro un enorme star gate aperto su più epoche. Lungo le possenti pareti fortificate le tracce del “jet set” nobiliare transitato da qui, dentro, le opere d’arte contemporanea ospitate in più mostre, sottoterra il mistero umido del “dietro le quinte” del castello.

Al Carlo V si può arrivare per un motivo, restarci per un altro. Ogni cosa si presta alla sorpresa, persino il suo nome: il grande imperatore a cui si deve la fortificazione del complesso medievale, per la verità qui non ha mai messo piede. Continua

Il Normanno-Svevo di Mesagne. Il tunnel per la fuga dei signori, il pozzo di spade, i balli da fiaba, il cinema

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, agosto 2016)

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Il Normanno-Svevo di Mesagne. Il tunnel per la fuga dei signori, il pozzo di spade, i balli da fiaba, il cinema.

Battaglie e cerimoniali, lo spauracchio delle prigioni in cui si perdevano le tracce di molti e gli affari, il passaggio misterioso dei Cavalieri Teutonici e quello “domestico” delle famiglie al cinema e al teatro. Il Castello Normanno-Svevo domina la storia di Mesagne, ma se ne lascia anche attraversare.

Nato come “castrum” all’epoca della conquista normanna della Puglia, ciò che restava del nucleo originario provato da tre secoli di battaglie e contese fu fatto abbattere nel Quattrocento da Giannantonio del Balzo Orsini, che al suo posto costruì un torrione degno di una fiaba gotica, con tanto di fossato e ponte levatoio. Continua

Il Dentice di Frasso di San Vito dei Normanni. Benvenuti a casa di un vero principe. Cresciuto tra queste mura, oggi Giuliano Dentice di Frasso apre i salotti di famiglia ai visitatori

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, luglio 2016)

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Il Dentice di Frasso di San Vito dei Normanni. Benvenuti a casa di un vero principe. Cresciuto tra queste mura, oggi Giuliano Dentice di Frasso apre i salotti di famiglia ai visitatori

Ad accogliere il visitatore che imbocchi via Crispi, seguendo la direzione delle mura che squadrano piazza Leonardo Leo, ci sarà un signore sorridente, con tutta probabilità vestito in jeans e maniche di camicia, appoggiato con nonchalance all’uscio di casa. E «nel giardino di casa» farà accomodare l’ospite. Di una dimora, in effetti, si tratta, e tuttavia decisamente sui generis: sì, perché l’imponente ingresso ogivale è quello del castello Dentice di Frasso di San Vito dei Normanni, e l’ospite-anfitrione è il principe Giuliano Dentice di Frasso. Nato e cresciuto tra queste mura la cui storia coincide, anzi, determina, quella dell’intero paese. Continua