(Questi articoli sono stati pubblicati con un altro titolo su nuovo Quotidiano di Puglia, gennaio-settembre 2016)
Inverno 2016. Viaggio nelle sedi universitarie di Ingegneria, Matematica e fisica, Archeologia, frequentate da centinaia di studenti.
Pareti scrostate, fili a vista, pozze d’acqua. Il “lato B” dell’Università del Salento
Gli appendiabiti in aula sono vuoti, a lezione è d’obbligo tenere addosso cappotto e sciarpa, dato che i riscaldamenti non funzionano. C’è chi si diverte a fare strani riti propiziatori per evitare che piova, e i corridoi – ma anche i laboratori pieni di fili elettrici – si allaghino. Alcuni fanno di necessità virtù, e hanno preso l’abitudine a una sana passeggiata, per raggiungere i bagni, un po’ più confortevoli, che si trovano nell’ala opposta dell’edificio. Intanto, all’esterno e all’interno il lento logorio del tempo continua a “rosicchiare” l’intonaco e, nel peggiore dei casi, interi pezzi di cemento, che si sbriciolano dando luogo a un inconfondibile aspetto “a gruviera”.
Benvenuti all’Università del Salento, nelle sedi di Ingegneria, Matematica e fisica, Archeologia, dove la frequenza delle lezioni diventa, per centinaia di studenti, una sorta di sfida quotidiana di resistenza ai disagi. Continua